Basilica di Santa Maria Assunta e San Berardo

La basilica fu eretta sulle vestigia del tempio di Giunone in “opus mixtum”, ovvero con materiali provenienti dal vicino teatro e anfiteatro romano del quale fu demolita la parte nord occidentale per far posto alla nuova cattedrale. Le pietre lavorate sono inserite e attualmente visibili nelle mura del duomo. Situato nel cuore della città è il punto di convergenza del Cardo, corrispondente all'attuale Via Nicola Palma che conduce dal lato destro a Porta Picena/Vezzola mentre dal lato sinistro a Porta Petrosa, e del Decumano, che partiva dall' arco di Porta Madonna a dove sorge il Duomo e delimita i quattro  quartieri storici  ovvero San Giorgio, Santo Spirito, Santa Maria Bitetto e San Leonardo. La cattedrale si sviluppa con un corpo longitudinale diviso in tre navate con tetto a vista (tipico dello stile romano-gotico).


San Berardo: la vita

San Berardo nacque dall'illustre famiglia dei Conti di Pagliara e prese gli ordini monastici durante l'adolescenza presso il monastero benedettino  di Monte Cassino. Si trasferì poi nel monastero di San Giovanni in Venere dove eccelse per le sue virtù ed alla morte del vescovo Uberto fu eletto vescovo aprutino nel 1116. Dedicò tutta la sua vita all'osservanza della fede,alla cura pastorale ed alla consolazione degli afflitti  e dei poveri. Morì il 19 Dicembre 1122. Divenne santo per aver compiuto  diversi miracoli per persone affette da malattie di vario  genere e nel 1174 le sue spoglie furono traslate  dalla chiesa di Santa Maria Aprutiensis alla cappella della Natività, successivamente SS. Sacramento o Cappellone di San

Berardo, per preservarle dalle lotte per il potere tra le famiglie Valle e Melatino. In seguito le reliquie vennero spostate nella cripta fatta erigere nel 1534 e ad oggi non è certa la loro ubicazione.(dettagli sul quadro e sull'apparizione).


L'ampliamento arcioniano

L'aspetto attuale della cattedrale è frutto delle modifiche effettuate dal vescovo Niccolò Arcioni per adattarla ai nuovi canoni architettonici e per soddisfare le esigenze dovute all'aumento demografico.

Dopo aver demolito le tre absidi, il vescovo Niccolò Arcioni prolungò la costruzione guidoniana verso occidente di due  campate definite da una coppia di pilastri  su cui si impostano arcate trasversali e longitudinali (ogivali).

L'altare maggiore, lasciato al suo posto, rappresentava il centro fisico della parte guidoniana e dell' ampiamento arcioniano.

La già esistente cappella guidiana della Natività venne rinominata dall' Arcioni “Santissimo Sacramento”, adibita a suo  cimitero personale  e rimaneggiata in epoca barocca dal vescovo Tommaso  Alessio de Rossi.  


L'esterno

La facciata su Piazza Orsini era originariamente porticata e coronata da sobri merli ghibellini a significare il potere civile del vescovo-principe di Teramo. L' ordine superiore presenta una struttura timpanata che ospita entro nicchie tre statuine rappresentanti Cristo, San Giovanni Battista ed il patrono Berardo. Al centro si staglia un ampio rosone a ruota formato da tre archi concentrici decorati ad intaglio: l'arco più esterno presenta un motivo a fiori quadrati, a foglie raccolte a tre quello centrale e quello interno a piccole rose. Nell' ordine inferiore della facciata spicca il portale maggiore ligneo, sovrastato da un arco a tutto sesto che costituisce la continuzione delle sei colonne  tra cui quattro tortili e due lisce.

Queste sono sostenute da due leoni pacificamente accovacciati che rispecchiano le inclinazioni classicistiche di Diodato e di stampo duecentesco nella folta criniera modellata a ciocche finemente striate. Al centro dell' architrave è visibile lo stemma del vescovo Niccolò degli Arcioni tra quelli di Atri a destra e quello di Teramo a sinistra. La facciata su Piazza Martiri della Libertà è più semplice e lineare rispetto a quella principale. E' costituita da quattro finestre di vetro istoriato e da un rosone in vetro colorato. Sopra la scalinata risalta la falsa porta mai aperta e usata solo per abbellire la facciata stessa.


Il campanile

La cattedrale vanta il più bel campanile dell'arte gotico-lombardo dell'Abruzzo. La arte più rilevante è quella superiore, grazie ad un vario insieme di decorazioni, con dischi di terracotta smaltata, giallo e turchino. Il campanile è stato costruito con tre diversi stili: tra il XII e XIII secolo è stata realizzata la base e i primi tre dadi nel XIV secolo gli altri due dadi e infine, nel XV secolo la piramide ottagonale.

Alla sua base, in corrispondenza degli spigoli, furono erette otto piccole torri e sulla cuspide fu montata una palla di rame d'orata  sormontata da una croce di ferro a banderuola.


L'interno

L'interno essenziale della cattedrale si presenta diviso in tre navate ed è caratterizzato da due stili: quello romanico,nella parte iniziale, e quello gotico nella parte retrostante. Il Duomo custodisce alla base dell'altare maggiore il famoso Paliotto di Nicola da Guardiagrele realizzato tra 1433 e 1448, nel quale possiamo notare la sua propensione per l'arte toscana, seppur mantenga un marcato stile personale. L'opera è costituita da 35 formelle a cesello d'argento a sbalzo e smaltate, divise in quattro ordini raffiguranti il ciclo cristologico. Originariamente il Paliotto apparteneva al monastero di Sant'Agostino. Un'altra opera di rilievo è il Polittico quattrocentesco di Sant'Agostino realizzato dal veneziano Jacobello del Fiore. Inizialmente si trovava all'interno della chiesa di Sant'Agostino per poi essere trasferito all'interno della cattedrale. Attualmente è situato sull'altare della cappella di San Berardo ed è formato da sedici tavole, incorniciate e divise in due ordini paralleli raffiguranti alcuni santi. Al centro c'è L'incoronazione della Vergine, sopra di essa il Cristo in pietà , e sotto si vede raffigurata la città di Teramo tra i due fiumi (da cui INTERAMNIA). A decoro dell'altare ligneo posto sulla parete di fondo della sacrestia nuova sono le sei tele raffiguranti Vita e Miracoli del patrono San Berardo, realizzate dal polacco Majeski nel 1623.La tela centrale raffigura il pontificale di San Berardo che celebra la messa armata, segno del potere ecclesiastico e civile del Vescovo principale della città. Le tele laterali rappresentano,invece, i miracoli del Santo. Un'altra opera fondamentale è il crocifisso,opera trecentesca riportata al suo aspetto originale dopo aver rimosso sei strati di gesso e pittura rilevando un  capolavoro di scultura lignea. Ai piedi del Cristo, vi è attualmente collocata la statua della Desolata. Si tratta della madonna addolorata in cerca del figlio,portata dalle donne durante la Processione Antelucana. Mentre il corpo di San Berardo ècustodito nella tomba che si trova nell'altare della suddetta Cappella all'interno della basilica cattedrale,il braccio benedicente e il busto sono custoditi all'interno di due reliquiari d'argento in una cassetta di sicurezza e sono esposti al pubblico in occasione della festa del santo. L'opera presenta la forma di un braccio con la mano in atto di benedire e si innesta su una base sagomata ornata a sbalzo da ampie volute lisce. Sulla manica della veste,morbidamente panneggiata,è presente una finestra rettangolare definita da una cornice ondulata che lascia intravedere la reliquia del santo. La mano risulta realistica grazie alla definizione delle articolazioni e dell'anello cardinalizio infilato all'anulare. L'opera venne realizzata da Giuseppe Guariniello tra 1756 e 1759.Il busto invece è una scultura realizzata in argento smaltato, avente una balaustra come base con archi trilobati. Il volto è stilizzato e sia la veste che la mitra sono decorati da smalti traslucidi ovvero placchette circolari raffiguranti alcuni santi. Purtroppo, oggi sono in gran parte lacunosi e poco leggibili. Il soffitto del transetto  presenta travature scoperte ad antichi motivi ornamentali; mentre quello della parte finale, corrispondente al presbiterio,si avvale di  un sistema a capriate con sezione trasversale longitudinale. 

Nella parete laterale della sacrestia nuova spicca tra le tele il dipinto raffigurante San Berardo che intercede per Teramo,opera dell'artista Giuseppe Bonolis. Il quadro rappresenta allegoricamente la narrazione di un avvenimento storico riportato dal Palma ovvero la cacciata dei francesi dalla città per opera della Madonna delle Grazie e per intercessione di San Berardo. Il dipinto presenta i tratti anatomici e gli elementi paesaggistici molto curati,tipici della pittura vedutistica della scuola napoletana.


Piantina