Santa Maria Assunta di Atri


La Chiesa di Santa Maria Assunta di Atri, costruita intorno alla fine del Duecento sorge su un'edificio risalente al IX-X secolo. Quest'ultimo fu eretto a sua volta su un complesso termale romano di cui persistono ancora oggi il pavimento a mosaico in tessere bianche e nere raffiguranti pesci e animali marini e una grande cisterna a base quadrata. Della chiesa benedettina del XI secolo a tre navate permangono alcuni tratti di muraglia e il monastero di cui si conserva ancora il chiostro. Nel progetto iniziale il duomo prevedeva cinque navate con transetto, cinque absidi e un campanile isolato rispetto all'organismo principale, tuttavia l'opera subì una serie di trasformazioni alla quale si deve la configurazione attuale.  


L'esterno:

la facciata a blocchi squadrati, è suddivisa in tre parti da quattro lesene, due delle quali incorniciano il portale ed il rosone. 

Sebbene originariamente la terminazione fosse a cuspide, inseguito al terremoto del 1563 essa si presenta rettilinea delimitata orizzontalmente da una serie di archetti pensili trilobati.

La facciata posteriore, invece, confina con il chiostro e non è quindi visibile dall'esterno. Il lato meridionale è scandito da dieci lesene e da otto finestre con arco a tutto sesto. La parte finale di questo lato confina con la Chiesa di Santa Reparata, sorta inizialmente come cappella e in seguito trasformata in chiesa. Il lato settentrionale, anch'esso scandito da lesene è coperto dalla sacrestia e da altri edifici, ed è inoltre interrotto dal campanile che risulta staccato dalla parete. Quest'ultimo termina in un tamburo ottagonale che culmina in una piramide dotata di bifore su ogni lato e da aperture tonde incorniciate da tasselli. Il lato mancante di loggiato presentava in origine un porticato, assorbito poi dal chiostro, attraverso il quale si accedeva ad una cisterna romana. 


L'interno:

La facciata presenta un portale principale, un rosone e tre portali laterali che nel complesso la rendono ancora più di pregio; ciò nonostante quello che rende la chiesa una tale meraviglia è l'interno. La copertura, ripristinata nel novecento, è composta da capriate in legno. L' abside è illuminata da un' apertura sferica che da continuità al ciclo pittorico ed è chiusa da una parete rettilinea. Le pareti e le colonne sono quasi interamente affrescate; gli affreschi più antichi sono quelli del Contrasto dei "Vivi e dei Morti" situati sulla parete in fondo alla navata sinistra, mentre il più significativo è quello che ricopre le pareti del coro: le Storie di Maria e di Gesù Cristo. Il contrasto dei "Vivi e dei Morti" è il più antico affresco del Duomo di Atri, infatti venne dipinto fra il 1270 e il 1280, vale a dire subito dopo la fine dei lavori di prolungamento della Chiesa. ll  dipinto è incentrato sull'incontro di tre gentiluomini con due scheletri, i quali ammoniscono e rimproverano la loro vita con parole brusche. In questo dipinto possiamo notare il contrasto tra la vita spensierata e la fine di ogni uomo, questo dipinto indica la rivincita della povertà dell'uomo. Sotto l'aspetto qualitativo non è di livello molto alto, infatti, evidente è l'incapacità di intendere e interpretare una miniera gotica francese. L'importanza dell'affresco risiede nell'intonazione locale che ha assunto un tema derivante da un clima culturale completamente diverso. 

Un altro affresco importante è il ciclo pittorico di Andrea De Litio ed è la più grande opera pittorica in  Abruzzo.

In quest' opera sono rappresentate ventisei scene delle storie di Gioacchino e di Maria.


Piantina: