La basilica di Sant'Antonio

Data di costruzione: 1227

Fondatori: Francescani (arrivati nel 1216)

Rifatta: 1327

Restaurata: 1577 (frate Benedetto Liberati di Fonticello, con il favore dello spagnolo Don Gaspare de Torres)

 

La chiesa di San Francesco della Scarpa, oggi Sant'Antonio, è una chiesa romanica del 1227, essa fu fondata da una comunità francescana, che si insediò nel 1216 nell' area attuale del complesso di Sant'Antonio. La chiesa venne rifatta nel 1327 e poi restaurata nel 1577, come è scritto sull'epigrafe che si trova sulla controfacciata della chiesa. É di origine duecentesca e aveva la tipica pianta francescana con una grande aula rettangolare a navata unica che si chiudeva con una piccolo abside, coperto da una volta a crociera. Le pareti della chiesa erano affrescate, come succedeva nelle chiese francescane. La volta della navata era a capriate ed era sostenuta da lunghi contrafforti di mattoni. Sul fianco sinistro aveva un ingresso laterale e aveva un coronamento ad archetti ciechi che si può dedurre dal breve tratto che è rimasto all' altezza del campanile. Vi erano tre monofore, di cui due ad arco gotico.

Il convento di S. Francesco era dotato presumibilmente di due chiostri. Il primo, quello "interiore", occupa una posizione centrale rispetto al complesso edilizio; per quanto riguarda il secondo, quello "esteriore", non ci sono riscontri storici o documentari ma su di essi conosciamo solo la presenza di un porticato tamponato. Ci fu una ristrutturazione nel settecento dove l'altare venne addossato alla parete e ad affrescare volta e pareti fu chiamato un pittore locale, Vincenzo Baldati, sui cui dipinti non sappiamo nulla. Il 17 Luglio del 1811 il sindaco di Teramo Giuseppantonio Catenacci affida la chiesa di S.Francesco alla confraternita di S.Antonio, nata a Teramo dopo il 1649 e aveva la sua sede che in quella chiesa, affinché essa potesse conservarsi aperta. La conseguenza di questo affidamento fu presto evidente. Avvenne infatti che la chiesa di S.Francesco si identificò a tal punto con la confraternita da essere chiamata chiesa di S.Antonio.

Ci fu una successiva restaurazione nell'ottocento in cui fu presentato un progetto, idealizzato dall'architetto Nicola Mezucelli, composto di "due piante", purtroppo non pervenute, e la ricostruzione delle cappelle. Nei decenni successivi continuarono i lavori di ristrutturazione con la progettazione del complesso apparato decorativo di volta e navata, la realizzazione dei dipinti e di abside e presbiterio e numerosi altri piccoli interventi atti a migliorare l'estetica e la funzionalità della chiesa. Il 10 ottobre 1942 il nuovo decreto

 

 


Fonti archivistiche della ristrutturazione

FASCICOLO 1, BUSTA 50

In seguito al terremoto del 1915 crollò una parte del tetto della Chiesa di S.Antonio Abate in Teramo, di proprietà del locale Ospedale Civico. Precipitò anche la volte sottostante rovinando completamente gli altari e le decorazioni a stucco ed a pittura esistenti in quella parte della chiesa. Ben presto vi furono premure, ed anche minacce di giudizio perché fosse riparata e riaperta al pubblico, come appunto era stata da ben sei secoli, ma a causa delle criticissime condizioni finanziarie della Congregazione, le precedenti Amministrazioni al restauro non provvidero. Ci furono infiltrazioni acquee che danneggiarono enormemente i contigui fabbricati ed inoltre dovesi pur rinnovare la restante parte del tetto che minaccia a sua volta d crollare. La spesa occorrente per il ripristino completo del tetto e della volta è di £17.000, giunta la perizia redatta dall’Ingegnere Sig. Alfonso De Albentiis, oltre quella necessaria per la situazione degli altari, per i restauri alle decorazione e per i canali. Data l’impossibilità in cui si trova quest’Amministrazione di far fronte alla spesa di cui sopra, il sottoscritto, nell’interesse del Pio Ente fa istanza a V.E. per ottenere un adeguato sussidio di cui dispone.

 Il 10 ottobre 1942 un nuovo decreto vescovile, il vescovo monsignore Antonio Micozzi stabilì il trasferimento della sede della parrocchia di S. Leonardo dalla chiesa dell’Annunziata a quella di S. Antonio che era una chiesa molto più grande e più centrale rispetto al quartiere di riferimento. Per la chiesa di S. Antonio iniziava una nuova stagione e la sua lunga vita di chiesa convenutale prima e chiesa retta da una confraternita dopo.

Vasta, luminosa, accogliente, la chiesa di S. Francesco, ora di S. Antonio, è u unicum in città per quella sua duplice veste di chiesa medievale all’ esterno e di chiesa tardo-barocca all’ interno. Quest’ultima si è andata definendo attraverso un lungo periodo di tempo che va dalla fine del Settecento e i primi del Novecento e fino a tempi assai recenti, quando sono state realizzate la vetrata istoriata del finestrone sopra il portale d’ingresso e quella del piccolo occhio dell’abside. A navata unica con volta a botte lunettata, la chiesa attuale occupa solo una parte di quella medievale perché l’abside settecentesco, non è addossata a quella trecentesca, di cui rimane la lunga bifora con torciglione, ma è più ravvicinata all’aula sicchè tra le due absidi è residuato un vasto spazio che fa da sacrestia.

Le pareti e la navata sono scanditi da robusti pilastri ingentiliti dalla sovrapposizione di lunghe lesene con capitelli ornati da riccioli e fogliame. È presente una balaustra del 1908, la quale aggiunge grazia e leggerezza alla cornice che si trova sulle pareti della chiesa e prosegue nel transetto e nel catino absidale.

 

Nelle quattro nicchie tra i pilastri sono poste le statue in cartapesta della Fede, della Speranza e della Carità mentre una è vuota.


Piantina